Urothelial Cancer Update 2023
Il carcinoma della prostata rappresenta la neoplasia solida più frequente nel sesso maschile. La sua gestione, sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico, è in continua evoluzione, grazie alle innovazioni tecnologiche e allo sviluppo di nuovi farmaci.
In fase diagnostica, la risonanza magnetica è divenuta un elemento essenziale, capace di guidare le biopsie prostatiche ma anche gli interventi chirurgici, che oggi si servono di ricostruzioni 3D nell’ottica di un trattamento fatto su misura per il paziente. Negli ultimi anni, la PET PSMA ha assunto un ruolo di primo piano grazie alla sua accuratezza nell’identificare precocemente le metastasi, sia in setting primario che recidivo. E il legame del PSMA con un radioligando come il lutezio ha introdotto un’interessante nuova opzione terapeutica che rende la Medicina Nucleare un elemento sempre più rilevante nella gestione del carcinoma prostatico.
In fase terapeutica, la gestione condivisa tra Urologo, Oncologo e Radioterapista è ormai standard of care in tutti i setting di malattia. Le terapie focali offrono un trattamento ultra-mini-invasivo nei tumori a rischio basso-intermedio ma anche nelle recidive dopo radioterapia. La chirurgia robotica beneficia invece di continue evoluzioni tecnologiche che consentono di guidare sempre più il gesto chirurgico riducendo la morbidità dell’intervento: tra queste, citiamo le già citate ricostruzioni 3D e le sonde intraoperatorie capaci di localizzare le metastasi rilevate dalla PET PSMA. Le innovazioni tecnologiche hanno investito anche la radioterapia, che oggi è in grado di effettuare trattamenti ipofrazionati in una sola settimana, o terapie stereotassiche mirate sulle metastasi. Infine, molte nuove opzioni terapeutiche si sono aggiunte nel trattamento della malattia sistemica, grazie agli ARTA e agli inibitori PARP, per i quali i test genetici stanno diventando realtà anche in questa neoplasia.